LE DIFFICOLTA’ DI FARE IMPRESA A TERNI: AREE PRODUTTIVE IN ABBANDONO ED INGIUSTIFICATA ESCLUSIONE DAGLI INVITI PER GLI APPALTI COMUNALI

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Le imprese, soprattutto le piccole e medie, stanno affrontando una situazione di emergenza che ne mette a rischio la stessa esistenza. Pandemia, crisi energetica, inflazione sono problematiche di livello tale rispetto alle quali non è possibile attendersi politiche locali efficaci, almeno nel breve periodo. È demoralizzante però rilevare che anche sulle questioni di stretta competenza comunale il Comune di Terni tiene le imprese locali in scarsa o nessuna considerazione.

Le piccole e medie imprese del territorio sono costrette a operare in aree produttive in sostanziale abbandono, dove sono fortemente carenti servizi essenziali (viabilità, segnaletica, manutenzioni, reti utilities, ecc.)  e naturalmente questo incide negativamente sulla competitività delle stesse.

Inoltre, abbiamo più volte sollecitato il Comune a correggere la costante quanto inspiegabile politica di esclusione delle imprese locali dagli inviti nelle procedure di selezione per l’assegnazione degli appalti comunali. Registriamo con rincrescimento che il Comune di Terni anche nella recente selezione per la fornitura di 50 telecamere di sorveglianza non si è discostato dalla solita politica.

In questa occasione relativa a lavori di non particolare complessità e per importi di base d’asta non elevati (167.375 euro), nonostante esistano decine di imprese attive con sede a Terni che sono in grado di eseguire l’installazione di impianti elettrici con specifica specializzazione nelle apparecchiature elettroniche, il Comune di Terni ha deciso di invitare imprese del Trentino, del Veneto, dell’Emilia-Romagna, della Lombardia, della Toscana, del Lazio, ma nessuna umbra. Dalle notizie di stampa sembra che soltanto una impresa (emiliana nello specifico) abbia risposto all’invito e si è quindi aggiudicata il lavoro con un ribasso del 28%.

Chiediamo al Comune quando intende cambiare registro e porre fine questa prassi che appare come una persecuzione contro i settori locali dell’artigianato.